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Una mining farm in un complesso di appartamenti lusso

Un nuovo complesso di appartamenti nel quartiere di lusso di Belgrano a Buenos Aires, in Argentina, diventerà il primo del suo genere a presentare all’interno una “mining farm” Bitcoin (BTC) – per aiutare i suoi residenti a “crearsi un profitto”

Secondo il media La Nacion, oltre a Interesting Engineering, il nuovo edificio si chiamerà Pampa 2.0, un riferimento alla Pampa, la fertile area di pianura che incorpora la capitale argentina. Gli sviluppatori del progetto hanno affermato che avrebbe investito tra 10 e 15 milioni di dollari nell’impresa, che sarà gestita dallo studio di architettura MCL.

Pampa 2.0 avrà 9 piani e 32 appartamenti, oltre a un ristorante al piano terra.

Ma l’edificio sarà anche dotato di “tra cinque e 10 macchine che estraggono criptovalute”. Un contratto è stato anche siglato con “una società che si occupa di gestire” le macchine.

Lo sviluppatore ha aggiunto che il suo obiettivo era generare entrate sufficienti dalle operazioni di mining per pagare le spese du condominio e persino superare questo importo per lasciare ai residenti un profitto.

Damián Lopo, il principale sviluppatore del fondatore di Newlink Capital, che possiede la società immobiliare Landium, è stato citato affermando:

“Penso sempre all’innovazione, ma devi anche avere il momento giusto.

Lopo è stato anche citato per spiegare che, al fine di tenere conto della volatilità di BTC, lo sviluppatore prevede di calcolare un prezzo medio per bitcoin nell’arco di 12 mesi e utilizzarlo come base nei calcoli che consentirebbero alle operazioni di mining di finanziare almeno il 100% del costo delle spese dell’edificio.

Bitcoin | Bukele e un gruppo di banchieri centrali si incontrano nel Salvador

El Salvador ha accolto 44 banchieri centrali dei Paesi in via di sviluppo di tutto il mondo, allo scopo di affrontare il tema dell’inclusione finanziaria e discutere di Bitcoin in una conferenza di tre giorni.

I delegati delle banche centrali provenienti dal Ghana al Burundi, dalla Giordania alle Maldive e dal Pakistan al Costa Rica sono giunti a San Salvador per la conferenza, su invito personale del presidente salvadoregno Nayib Bukele.

Organizzata dall’Alliance for Financial Inclusion, alleanza di leadership politica globale, e in collaborazione con la banca centrale del Salvador, la conferenza durerà tre giorni. In un tweet, il capo della banca centrale del paese, Douglas Rodríguez, ha condiviso:

“El Salvador è orgoglioso di ricevere i rappresentanti di 44 banche centrali e autorità finanziarie per conoscere l’implementazione di Bitcoin e le politiche per promuovere l’inclusione finanziaria.”

Tra i presenti anche il team del progetto Bitcoin Beach, che ha avuto il compito di istruire i banchieri centrali. Bitcoin Beach, del Zonte, è stato il luogo di nascita della legge Bitcoin, un movimento di base che ha portato la prima nazione ad adottare il Bitcoin. 

“La stragrande maggioranza non ha idea del potenziale di Bitcoin. Ma con l’adozione di Bitcoin da parte del Salvador, ora hanno un motivo per immergersi in questo mondo”.

Burtey e il suo team hanno trascorso la giornata discutendo con i banchieri centrali, illustrando loro come utilizzare i wallet Bitcoin Lightning e come inviare pagamenti. I progressi sono stati rapidi, tanto che Burtey ha twittato:

Non riusciamo a fare on-board delle banche centrali abbastanza velocemente su #bitcoin con il BTCBeachWallet

Attualmente, solo due Paesi al mondo hanno riconosciuto Bitcoin come moneta legale: El Salvador e recentemente la Repubblica Centrafricana, quest’ultima rimproverata dalle banche centrali africane per aver adottato le criptovalute.

FONTE

Terrana Studio e i suoi NFT

Terrana Studio è ufficialmente entrato a far parte del mondo dei Not Fungible Token.

Chi è Terrana Studio?

Terrana Studio è un Artista Italiano poliedrico e multiforme.
La sua Arte spazia dalla pittura su tela sino a dipingere capi di abbigliamento,  fino ad arrivare poi all’ arte digitale, dove il suo intento lo vede proiettato a donare a quest’ultima un tocco fresco dinamico e pittorico.

Il suo stile è puramente espressionista ma con una visione legata al sogno ed allo stupore tipico del bambino sempre pronto a vivere nuove avventure fantastiche e colorate.
Il gesto energetico e deciso caratterizza lo stile di Terrana, sempre pronto ad esprimersi donando tutto se stesso senza filtri ed inibizioni.
Dopo la laurea in pittura inizia una stretta collaborazione con due noti brand di alta moda Gucci e Burberry dove dipinge a mano per loro intere collezioni di abbigliamento, realizzando pezzi unici al mondo.

Ha tenuto diverse mostre nel mondo, tra cui le ultime a New York.

Attualmente gestisce i suoi due negozi di abbigliamento dipinto a mano chiamati Terrana Studio , situati nel cuore di Firenze, dove troverete anche la sua collezione di opere d’Arti , esposta nella sua Galleria personale sempre nel centro storico fiorentino.

Scopri la sua collezione QUI!

Chainblock ART

Polygon | Un Green Manifesto per diventare carbon-negative

Polygon ha lanciato il “Green Manifesto: uno smart contract col Pianeta Terra” per impegnarsi a diventare carbon-negative nel 2022. L’ecosistema ha anche impegnato 20 milioni di dollari per implementare strategie di sviluppo sostenibile.

Ieri, Polygon ha annunciato il suo impegno a diventare carbon-negative nel 2022 col lancio del suo Green Manifesto. 

“uno smart contract col pianeta Terra! Polygon si impegna fino a 20 milioni di dollari per prendere misure immediate per compensare interamente l’impronta ambientale dell’ecosistema.”

Il Green Manifesto rivela la missione di Polygon di voler diventare la prima blockchain ad essere positiva per il clima, in modo che l’ethos del Web3 di libertà sia rivolto proprio alle conseguenze dannose derivanti dal cambiamento climatico. 

Nel confronto dell’impronta di carbonio, nel 2021, Polygon risulta aver emesso un totale di 90.645 di T/CO2e tra transazione, checkpointing, hardware, bridging. I 20 milioni di dollari impegnati per lo sviluppo sostenibile saranno utilizzati per:

  • Compensare l’impronta di carbonio di Polygon, e comprare crediti extra per diventare carbon negative;
  • Iniziative della comunità come incoraggiare i partner dell’ecosistema Polygon a fare anch’essi l’impegno;
  • Fornire risorse per i partner dell’ecosistema che vogliono compensare la loro impronta di carbonio;
  • Rendere le donazioni facili per le ONG che combattono il cambiamento climatico. (attraverso Polygon DAO).

Oltre gli impegni già annunciati pubblicamente, Polygon pare si sia già attivata con delle prime iniziative. Una prima collaborazione vede KlimaDAO, un collettivo decentralizzato di ambientalisti, sviluppatori e imprenditori, ampiamente riconosciuto come il sostenitore di più alto profilo per facilitare il nascente mercato del carbonio on-chain. Nello specifico, utilizzando i dati forniti da KlimaDAO, Polygon sarà in grado di calcolare e compensare l’impatto di carbonio del suo ecosistema nella sua interezza, e diventare carbon negative.

Per fare ciò, Polygon acquisterà abbastanza crediti di carbonio BCT e MCO2 di alta qualità e tracciabili – attraverso il mercato del carbonio on-chain di KlimaDAO, Klima Infinity –per compensare 90.654 tonnellate di carbonio.

La notizia di Polygon di voler diventare prima carbon-neutral e poi carbon-negative, arrivagiusto prima che il passaggio di Ethereum da Proof-of-Work a Proof-of-Stake sia affermativo. Secondo le stime, si calcola che Ethereum versione PoS potrebbe avvenire entro giugno di quest’anno, o al massimo entro settembre. 

Questo vorrebbe dire che da quel momento, ETH non sarà più una crypto che prevede l’attività di mining per funzionare, risolvendo molti problemi di tipo ambientali. Non a caso, si stima che Ethereum PoS ridurrà il consumo energetico del 99%.

In realtà, l’attività di mining per Bitcoin, sta vedendo un’evoluzione differente rispetto ad Ethereum. Infatti, invece di cambiare protocollo, in alcuni Paesi si cerca soluzioni per rendere tale attività meno inquinante. Come il caso della Norvegia, in cui si mina quasi senza impatto, e degli USA, in cui si cerca sempre più di utilizzare energia pulita.

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Buon compleanno Satoshi!

Oggi è il compleanno di Satoshi Nakamoto, o meglio, il 5 aprile è la data che il misterioso inventore di Bitcoin ha scelto su P2P Foundation come compleanno. Si sa pochissimo su Satoshi e anche il fatto che sia, come riporta il sito, 46enne e giapponese è qualcosa che nessuno è in grado di confermare. Il compleanno, anche se virtuale, di Satoshi Nakamoto

Il 5 Aprile del 1933

No, non è questa la data di nascita di Satoshi Nakamoto. Se dovessimo prendere per buono quanto egli stesso ha scritto, oggi avrebbe 46 anni e dunque sarebbe nato nel 1975 (non è certo).

Il 5 aprile del 1933 è la data di approvazione, da parte del presidente americano Franklin Delano Roosvelt, del famoso Executive Order 6102, che proibiva ai cittadini americani la detenzione di oro. In ogni sua forma: che si trattasse di lingotti, di monete e anche di certificati. Una limitazione che rimarrà in vigore fino alla presidenza Ford. E una limitazione che obbligò milioni di americani a vendere l’oro che possedevano allo stato, al prezzo di 20,67 dollari l’oncia.

L’accumulazione di oro era ritenuta come dannosa per l’economia, anche se in realtà, ed eravamo in piena età del Gold Standard, la nuova legge avrebbe permesso alla banca centrale Fed di emettere una quantità maggiore di denaro, con oro a buon mercato. Una vecchia storia di fiat currency quando la valuta non era ancora fiat e doveva essere ancorata ad una riserva effettiva di oro per il 40% del valore delle banconote.

Nato il 5 aprile, affinché non ci siano più 5 aprile

Un riferimento arguto, quello di Satoshi Nakamoto, che ha avuto come obiettivo, con Bitcoin, la creazione di una riserva di valore che non potesse subire le sorti dell’oro nel 1933.

Chi conosce il funzionamento di Bitcoin sa quali idee ne hanno influenzato lo sviluppo – anche se chi lo segue oggi solo da una prospettiva finanziaria probabilmente non è a conoscenza dello spirito libertario della criptovaluta.

Un bel riferimento, una delle easter egg presenti nel progetto e che ne ricordano, a chi non lo sapesse, la portata anche politica e culturale. Se nel 1933 si rischiava la galera per il possesso di una qualunque quantità di oro, con Bitcoin, almeno nella speranza di Satoshi Nakamoto, una cosa del genere non sarebbe mai più potuta accadere.

E in un periodo storico dove le Banche Centrali hanno fatto il via alla più grande manovra di espansione monetaria di sempre, questo tema non può che tornare estremamente attuale.

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Nuovo regolamento UE mette a rischio i wallet crypto

Dopo aver scongiurato (o quasi) il rischio di un ban alla Proof of Work nella legge MiCA in lavoro presso il parlamento europeo, la commissione ECON dovrà votare una regolamentazione AML che andrà inserita nella revisione del Transfer of Funds Regulation (TFR). 

A darne notizia è Patrick Hansen, di Unstoppable DeFi, lo stesso che aveva fornito i primi aggiornamenti sul mancato ban alla PoW. 

I problemi del nuovo regolamento AML

L’Unione Europea deve adattarsi alla disciplina FATF “Travel Rule” e, come spiega Hansen, questa normativa dispone che coloro che offrono servizi crypto tra cui exchange e wallet, devono condividere le informazioni dei loro clienti. Il punto è che la proposta su cui sta lavorando la commissione avrebbe quelle che vengono definite “bandiere rosse”. 

“Diverso dalla proposta iniziale che richiedeva solo di raccogliere (non verificare) i dati personali dai trasferimenti fatti da/verso un wallet non ospitato, la bozza ora richiede di “verificare l’accuratezza delle informazioni rispetto all’ordinante o al beneficiario dietro il portafoglio non ospitato” Ma non dice come esattamente un fornitore di servizi crypto dovrebbe essere in grado di verificare la controparte non ospitata. La conseguenza di questo, nella mia opinione, è che la maggior parte delle aziende di criptovalute non saranno più in grado o disposte a transare con portafogli non ospitati per rimanere conformi”.

A rimetterci sarebbero tutti quei wallet “non ospitati” o “unhosted” e non collegati ad exchange, tipo Metamask o Daedalus. 

Ma non è questo l’unico problema.

L’altro problema rilevato da Hansen è che per ogni transazione superiore a 1.000 euro, le compagnie sono obbligate ad informare le competenti autorità AML, indipendentemente dal fatto che ci sia il sospetto di un riciclaggio di denaro. E questo pone una questione di privacy. 

Inoltre ad un anno dall’entrata in vigore, la nuova normativa dispone che la Commissione UE potrà valutare la necessità di introdurre ulteriori misure e restrizioni verso questo tipo di wallet. Questo potrebbe culminare nel divieto di fare transazioni con portafogli non ospitati.

Ultimi punto. Spiega Patrick Hansen:

“Mentre la travel rule della FATF richiede queste misure solo per le transazioni oltre un certo importo (1k$) e il TFR per i fiat (bonifici, ecc.) richiede la condivisione delle informazioni solo per i trasferimenti oltre 1kEUR, la bozza non stabilisce alcuna soglia minima per i trasferimenti di crypto.

Ciò significa che presto ogni singola transazione di satoshi che non sia puramente P2P dovrà essere accompagnata dalla condivisione di informazioni personali”.

Questo per Hansen è del tutto ingiustificabile e rischierebbe di mettere di fatto al bando i wallet non ospitati, oltre a creare un database appetibile per gli hacker. 

Il voto su questa proposta sarà oggi, 31 Marzo 2022. A differenza del ban alla PoW contenuto nel MiCA, sembra che stavolta i parlamentari europei siano abbastanza concordi nel mantenere inalterato questo impianto. E questo sarebbe preoccupante.

Dopo il voto in Commissione, il testo sarà discusso dalla Commissione Europea e dal Consiglio Europeo. Tutto può ancora succedere ma le premesse non sembrano ottime.

A che punto è il MiCA

Nel frattempo l’eurodeputato Stefan Berger ha confermato di non aver avuto la revoca del suo mandato per condurre i negoziati sul MiCA, che in teoria il gruppo dei Socialisti & Democratici potevano fermare. 

Adesso starà a Berger condurre i negoziati con gli altri organi europei. Nel frattempo il ban alla PoW resta fuori dalla proposta di legge, ma la questione del mining di Bitcoin potrebbe essere ricondotta nella tassonomia europea.

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Ethereum verso la sua evoluzione

Ethereum sta per diventare grande. L’avvicinarsi alla nuova dimensione “ETH2” sarà un’adolescenza piena di contraddizioni, un processo naturale verso la maturazione per approdare ad una criptovaluta migliore sotto ogni punto di vista.

L’obiettivo finale è quello di una Ethereum rinnovata che, come noto, compie una trasformazione estremamente virtuosa ed ambiziosa: la validazione “Proof-of-work” viene abbandonata in favore di una “Proof-of-Stake”. Questo passaggio cambierà completamente il profilo della criptovaluta donandole maggior sostenibilità in virtù di un processo meno energivoro per la validazione delle transazioni e degli smart contract.

Con l’approdo di Ethereum alla dimensione ETH2, il sistema acquista importanti vantaggi in termini di scalabilità, di performance e di sostenibilità. Dai miner si passa ai validator, ma soprattutto si approda ad un sistema “Proof-of-Stake” che richiede una potenza di calcolo estremamente minore.

In questa prima metà del 2022 il passaggio cruciale che il sistema vivrà è quello del “merge“: è il passaggio nel quale il sistema passa definitivamente al “Proof-of-Stake”, quello già precedentemente descritto come “l’aggancio” tra la rete principale e la cosiddetta “beacon chain“. Il vecchio mondo ETH1 non va in fuorigioco, ma semplicemente si innesta nel quadro del nuovo ETH2 per creare un Ethereum più ricco e performante.

Non sarà un processo immediato: per Ethereum si tratta di una evoluzione a lungo pianificata e che ora dovrà andare a compimento nel modo più sicuro e lineare possibile. Il passaggio successivo sarà quella dello Sharding, processo che consentirà di alleggerire i carichi per decongestionare la rete e aumentare il numero di transazioni effettuabili nell’unità di tempo. A quel punto sarà innestata una marcia nuova: grazie alle shard chain ogni validatore dovrà gestire un quantitativo ridotto di dati, riducendo i requisiti hardware necessari per la validazione e rendendo più democratico e accessibile il processo.

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Yaroslav Gamolko mette all’asta una sua opera a favore delle associazioni solidali

L’artista dissidente di origini bielorusse, Yaroslav Gamolko, mette all’asta la sua opera a favore delle associazioni solidali.

Anche l’arte si mobilita a favore dell’Ucraina. Yaroslav Gamolko, artista ventisettenne originario di Kupki in Bielorussia e da vent’anni in Italia ha messo il proprio talento a servizio delle vittime innocenti del conflitto.

Un collage per dire “no” alla guerra

Nel suo garage di Casorate Primo, in provincia di Pavia, dove vive con la madre di origini russe, ha creato l’opera Ukraine. Si tratta di una cartina dell’Ucraina composta da ritagli di giornale riguardanti l’invasione russa in Ucraina, completati da colature di vernice rossa. Il tutto posizionato su una tela di due metri per quattro.

Un maxi-collage con sprazzi di rosso che l’artista diplomato all’Accademia di Brera, ha deciso di mettere all’asta e destinare parte del ricavato, precisamente il 30%, ad alcune associazioni che, nel nostro Paese, sono impegnate nell’accoglienza dei profughi fuggiti dalle zone martoriate dal conflitto ucraino. La base d’asta è di 10mila euro.

Un fermo “No” alla guerra che Gamolko, in arte Andy Bonaparte, ha declinato in versione Pop Art, prediligendo la forza della tinta rossa su scampoli di articoli che trattano il dramma ucraino. Un tema molto caro a Gamolko che, in Russia, patria della madre, è considerato un artista dissidente per alcune posizioni prese in passato e non gradite dal Governo attuale. Yaroslav, infatti, è impossibilitato a tornare in Russia e anche in Bielorussia, dove vivono il padre e il fratello.

Inoltre l’artista Gamolko ad Ottobre 2021 ha realizzato il suo primo NFT disponibile su Opensea e Chainblock ART che ritrae il gruppo rock Red Hot Chili Peppers. Un dipinto acrilico che interpreta il tema dell’aura del famoso gruppo rock. Esso grazie al sapiente utilizzo di mascherine e aerografo cerca di catturare la fama e l’aura musicale, secondo un citazionismo iconico tipico della pop art.

Lugano | Tasse, multe e servizi si pagano in crypto.

La città svizzera di Lugano entra nella storia di Bitcoin, diventando una delle prime realtà ad accettare la criptovaluta come moneta a corso legale ‘de facto’, dato che sarà possibile pagare tasse e altri servizi pubblici in BTC.

Il piano è stato presentato giovedì all’evento Plan B.

É presentato il Plan B davanti ad oltre 1000 persone, un progetto crypto che rivoluzionerà l’utilizzo di Bitcoin nella città ticinese. Il piano è stato attuato in collaborazione con la stablecoin Tether e porterà Lugano a diventare l’hub Bitcoin più importante di tutta l’Europa.

Lo L’evento, preseduto dal sindaco di Lugano Michele Foletti e dal CTO di Tether Paolo Ardoino, ha svelato un progetto molto interessante e innovativo per il mondo crypto. Nel dettaglio, è stato stanziato un fondo di 3 milioni di franchi svizzeri con l’obiettivo di aiutare le aziende ad accettare criptovalute come metodo di pagamento. Ma non solo.

“Oggi parliamo di futuro, anzi siamo già nel futuro, attenti ad accogliere opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Non è un salto nel buio, si tratta di un’evoluzione ancorata alla nostra storia, alla nostra cultura e al contesto sociale del territorio. Bitcoin, crypto e blockchain sono termini che spaventano.

Lugano non è intimorita, queste tecnologie devono essere divulgate e rese accessibili a tutti. Lugano ha confermato il suo approccio, ha dialogato con il mondo crypto, ha approfondito il tema, oggi riconosce questa comunità molto ampia. Per noi è chiaro, la blockchain esiste, Bitcoin esiste ed è qui per restare. Lugano è pronta ad accogliere chi abbraccia questa causa offrendo opportunità per il futuro. Sono persuaso che ci saranno benefici per tutta la cittadinanza ed è per questo che ci stiamo impegnando a fondo”, ha dichiarato il sindaco di Lugano Michele Foletti.

La novità più importante scaturita dal Plan B è l’attuazione di Bitcoin, Tether e LVGA come valute a corso legale ‘de facto’ nella città di Lugano. Ciò significa che i residenti potranno pagare tasse, multe, parcheggi, e altri servizi pubblici e privati in criptovaluta.

Sono già 200 le attività private nel luganese che hanno affermato di accettare Bitcoin come metodo di pagamento. Lugano si muove sulle orme di El Salvador – primo Paese a riconoscere BTC come valuta a corso legale– ma con una grande differenza: Lugano è una piccola città ma molto sviluppata rispetto ad El Salvador, di conseguenza vedremo presto il vero potenziale della tecnologia blockchain e delle criptovalute.

Nel Plan B, dove la “B” sta per Bitcoin e Blockchain, è stato attivato un pool di finanziamenti per un totale di 100 milioni di franchi per sostenere le start up del territorio che lavorano nel settore della blockchain con l’obiettivo di svilupparla ulteriormente e diffonderla nel Paese.

Non è finita qui, infatti il piano contiene anche l’attivazione di una mining farm di Bitcoin che estrarrà BTC esclusivamente grazie all’utilizzo di energie rinnovabili, e infine metterà a disposizione 500 borse di studio per gli studenti delle università (USI, SUPSI, Franklin) con lo scopo di far conoscere il potenziale di Bitcoin agli studenti.

“L’industria delle criptovalute vale 2-3 triliardi di dollari, è cresciuta talmente tanto che non può essere ignorata. Bitcoin è in prima linea di questa innovazione, oggi stiamo iniziando a capire come potrebbe essere vantaggioso per le comunità locali. Con il Piano B passiamo dalla visione astratta all’impiego di questa nuova tecnologia. Molte persone non sono abituate a questi aspetti tecnologici e non capiscono a cosa facciamo riferimento. Con il piano B vogliamo dimostrare che lo strumento, la valuta che è stata creata, può essere messa a lavorare in un ambiente vivace come Lugano”, ha affermato il CTO di Tether Paolo Ardoino.

Fonte

Bitcoin sará il bene rifugio per i cittadini russi?

“O la terza guerra mondiale o le sanzioni”. Così ha apostrofato Joe Biden al termine di una conferenza stampa in merito al conflitto russo-ucraino.

Le sanzioni nei confronti della Russa decise dai paesi occidentali negli scorsi giorni stanno mostrando le prime conseguenze. Sono numerose le segnalazioni sui principali social network di lunghissime file di cittadini russi intenti a prelevare soldi al bancomat, nonostante le rassicurazioni della banca centrale russa in merito alla disponibilità di denaro agli sportelli.

Come conseguenza di ciò, moltissimi investitori russi hanno convertito la propria moneta con Bitcoin. Il rialzo è stato impressionante, in soli pochi giorni il prezzo di Bitcoin nei confronti del rublo è aumentato di più del 40%.

Nel mentre l’Ucraina sta richiedendo donazioni in cryptovalute.

L’Ucraina ha raccolto milioni di dollari a seguito del suo appello pubblico pre ricevere donazioni in criptovalute come Bitcoin ed Ethereum. L’indirizzo Bitcoin del governo ucraino ha ricevuto un totale di 223 BTC e l’indirizzo Ethereum finora ha ricevuto oltre 2100 ETH e altre cryptovalute, al momento della stesura di questo articolo.

Anche altri membri delle community crypto come Dogecoin, si sono offerti di aiutare l’Ucraina. Si unisce anche il fondatore di Polkadot DOT Gavin Wood dichiarando la sua posizione di contribuire personalmente con 5 milioni di dollari se l’Ucraina aprisse un indirizzo DOT.