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Autore: Chainblock Team

Bitcoin – Taproot

Bitcoin, con l’aggiornamento Taproot si apre una nuova era:  più privacy ed efficienza. L’operazione é stata eseguita il 14 novembre, guadagnando in privacy, costi e flessibilità sugli smart contract.

Nella giornata di domenica 14 novembre, con il blocco 709.632, bitcoin è entrato in una nuova era dal punto di vista tecnico con un upgrading del codice che ne migliora in prospettiva le funzionalità e l’utilizzo. La novità era programmata da tempo e non ha provocato scossoni sulle quotazioni, ma l’introduzione di Taproot promette di agevolare la scalabilità e la flessibilità di Bitcoin.

Taproot rappresenta il più importante upgrade dopo l’introduzione di Segregated Witness (SegWit) nel 2017, abilitando un miglioramento in termini di privacy, scalabilità, efficienza, sicurezza e semplificazione delle transazioni.

Va detto subito che per utenti e investitori non cambia nulla dal punto di vista pratico. Ma le modifiche tecniche permetteranno a sviluppatori e operatori del settore cripto di avere a disposizione strumenti diversificati per concretizzare le potenzialità della rete.

L’upgrading avviene attraverso l’adozione dell’algoritmo di firma Schnorr che in sostanza abilita tre miglioramenti rilevanti per il sistema. In primo luogo rende le transazioni più protette riducendone la tracciabilità e abilitando quelle multi-signature, che coinvolgono più parti, rendendo più semplice l’utilizzo di bitcoin per smart contract.

Più facile usare smart contract

Proprio questa seconda novità abilitata da Taproot rappresenta una svolta rilevante in prospettiva.

Finora a bitcoin veniva preferito Ethereum per l’adozione di smart contract: ora invece anche la sua blockchain risulterà più utilizzabile per l’adozione di quei contratti che sono alla base dei non fungible token (Nft) e degli strumenti di finanza decentralizzata (DeFi).

Per ultimo l’upgrading riduce la quantità di dati necessari per le transazioni semplificando la procedura e aprendo la strada a una riduzione dei costi derivante da un abbattimento delle fee. Taproot promette così di rendere più scalabile Lightning Network, la standard di “layer two” su cui stanno lavorando gli sviluppatori per permettere l’utilizzo di bitcoin come strumento di pagamento anche di uso quotidiano.

FONTE

CO2 | Banche e Criptovalute

Si parla tanto di criptovalute come di grandi inquinatori dell’ambiente, ma le banche non sono da meno per emissioni di CO2.

Le emissioni CO2 delle banche

Ogni anno le banche circa 6,5 ​​miliardi di carte in tutto il mondo, sfornando 136.500 tonnellate di anidride carbonica (CO2) nel processo: l’equivalente di volare da New York a Sydney oltre 80.000 volte.

Sulla base di questi dati, la società Tenemos, specializzata nella fornitura di software per banche ed istituti finanziari, ha lanciato un preoccupato grido di allarme.

Per agire urgentemente secondo gli esperti della società tecnologica occorrerebbe un maggior uso del digitale da parte delle banche a partire dal cloud computing.

Secondo una recente ricerca di Microsoft le aziende che utilizzano la propria infrastruttura per il cloud, una delle più diffuse al mondo, avrebbero una maggiore efficienza energetica del 93% e un riduzione delle emissioni di co2 del 98% rispetto a chi utilizza un proprio data center in azienda.

Criptovalute neutral carbon

Le criptovalute che da sempre sono additate come grandi energivore e quindi grandi inquinatori, hanno di recente mostrato invece una grande sensibilità verso il tema ambientale.

Nei giorni scorsi uno dei più grandi exchange di criptovalute al mondo BitMEX ha annunciato di aver raggiunto lo status di zero emissioni.

Ad aprile 150  aziende crypto, società finanziarie e organizzazioni no profit, hanno firmato il Crypto Climate Accord per ottenere entro il 2030 la completa neutralità del carbonio.

Tra gli obiettivi proposti l’utilizzo del 100% dell’energia utilizzata dal settore delle rinnovabili. Molte fabbriche di mining di Bitcoin, una delle attività più dispendiose in termini di consumi energetici, stanno già adottando per la loro attività energie rinnovabili come il solare, l’idroelettrico, l’eolico e il nucleare.

Fonte: Cryptonomist

Il nuovo sindaco di New York vuole essere pagato in bitcoin

Eric Adams ha dichiarato di voler ricevere le prime tre mensilità nella valuta digitale e di puntare a rendere la città la capitale dell’universo cripto. Ma troverà un rivale in Francis Suarez, sindaco di Miami, città già al centro della scena per questi asset.

Ieri il sindaco eletto di New York, Eric Adams, ha scritto su twitter che lavorerà per trasformare la città nella capitale dell’industria delle criptovalute. “A New York andiamo sempre alla grande”, ha commentato l’ex poliziotto del partito democratico. Per dare l’esempio, chiederà di ricevere le prime tre mensilità in bitcoin a partire dall’inizio del suo mandato il prossimo gennaio.

Le dichiarazioni di Adams non sono le prime di questo tipo e sono arrivate in risposta al sindaco rieletto di Miami, Francis Suarez.

Il repubblicano aveva twittato in precedenza che avrebbe preso il suo primo stipendio in bitcoin e che punta a rendere la città della Florida un hub per l’innovazione delle criptovalute.

Cripto | Come saranno regolati in Europa. Bitcoin è anche moneta

È in arrivo una rivoluzione per la finanza: la possibilità di avere canali digitali anche per l’emissione dei titoli, che verrebbero negoziati sulla blockchain (cioè un registro elettronico decentrato delle operazioni), con minori costi e quindi una maggiore facilità di accesso ai mercati anche per le imprese più piccole.

Una rivoluzione con la Ue come regista, con norme che potrebbe entrare in vigore già a marzo 2022 attraverso tre regolamenti ora in discussione al Consiglio europeo sulla «finanza digitale»: il «Micar», che introduce una disciplina del mercato dei crypto-asset diversi dagli strumenti finanziari; il «Pilot», che regolamenta la fase di sperimentazione delle piattaforme informatiche su cui negoziare questi titoli; il «Dora», per gli aspetti di cybersecurity.

L’importanza di nuove regole per nuovi strumenti

«Il big bang si sta avvicinando e dobbiamo prepararci», spiega il commissario della Consob, Paolo Ciocca, al seminario «Gli strumenti finanziari e le tecnologie Distributed Ledger», organizzato dall’authority con il Politecnico di Milano per approfondire le principali sfide poste dalle tecnologie Blockchain. «Consob, insieme al Mef, sta partecipando alla discussione in seno al Consiglio europeo sul varo, ormai imminente, del pacchetto in materia di finanza digitale», che prevede tre regolamenti comunitari. «Anche i singoli Stati si stanno preparando, perché sarà necessario un intervento normativo anche a livello nazionale», osserva Ciocca, sottolineando che «i mercati sono pronti». Altri Paesi, per esempio Francia, Germania e Lussemburgo, spiega Ciocca, sono già partiti con normative nazionali.

La concorrenza delle criptovalute 

C’è anche da vincere la concorrenza delle criptovalute come Bitcoin: le autorità mondiali come la Bce, l’american Sec, la Cina, non le considerano monete ma solo attività finanziarie. Per il presidente della Consob, Paolo Savona, invece bisogna tenere conto che «sono usate come tali, come unità di conto e come serbatoio di valore.

Negli ultimi mesi del sono stati aperti 13.000 nuovi sportelli bancomat, di cui 70 in Italia», che distribuiscono bitcoin. Si aggiungono ai 26.000 già esistenti.

Tutti pazzi per Shiba Inu

Tutti pazzi per Shiba Inu, la cripto del momento. Disponibile su Chainblock Flash per l’acquisto tramite carta di credito e debito.

E’ Shiba Inu la criptovaluta del momento. Il SHIB token è reduce da una crescita del 83% nelle ultime 24 ore.

Con una capitalizzazione di mercato di 46 miliardi di dollari, è ormai diventtata l’ottavo asset digitale al mondo. Non è il solo modo per valutare quanto sia “calda”: MarketWatch riferisce che è la terza più cercata su Google, nel 2021, con 2,8 milioni di ricerche medie al mese, che si confrontano con i 22 milioni medi del Bitcoin e i 6,3 milioni di ethereum.

Intorno al token del cane giapponese (a sua volta ispirato al Dogecoin) sta crescendo sempre più il clamore. Tanto da diventare una vera e propria spinta perché la piattaforma di trading Robinhood – quella diventata famosa per le meme stock e la battaglia tra investitori retail e fondi di Wall Street – inserisca SHIB tra quelle scmbiabili sui suoi circuiti.

Anche Shiba Inu a recentemente mostrato la volatilità tipica di questi asset. A inizio settimana era scesa quando Elon Musk ha twittato di non possederla. Successivamente ha aggiunto un altro cinguettio dicendo che aveva comprato Bitcoin, Ether e Dogecoin, e “that’s it“.

Tesla ha pubblicato il suo report Q3: la società detiene $1,26 miliardi in crypto

Tesla ha pubblicato il suo report Q3, mostrando che al 30 settembre detiene $1,26 miliardi in Bitcoin e crypto, $51 milioni in meno rispetto al trimestre precedente. Il CEO Elon Musk, intanto su Twitter, condivide meme sui prezzi di BTC e ETH.

Tesla report Q3 e i tweet di Musk

Tesla ha pubblicato il suo report relativo al Q3, cioè il terzo trimestre di questo 2021. Alla voce “Digital Asset”, il controvalore in dollari detenuto dall’azienda delle auto elettriche è di $1,26 miliardi, contro i $1,311 miliardi del Q2 e Q1.

Una svalutazione totale legata al bitcoin e crypto di ben 51 milioni di dollari in un solo trimestre. Niente a che vedere con i valori complessivi di bilancio che vedono Tesla registrare entrate per un totale di 13,757 miliardi di dollari, aumentando del 57% rispetto al Q3 2020.

Tesla di Elon Musk e MicroStrategy di Michael Saylor a paragone

Prima di Tesla, anche la società di software e intelligence MicroStrategy ha integrato Bitcoin nel suo patrimonio aziendale, anche se come riserva di valore.

Il CEO Michael Saylor, attuando una strategia di “accumulo e hold” da agosto 2020, ha chiuso il suo Q3 2021 detenendo BTC per un valore di oltre 6 miliardi di dollari.

Strategia differente forse è stata quella adottata da Musk che, solo nel primo trimestre 2021, avrebbe acquistato BTC per un valore di 1,5 miliardi di dollari per poi vendere 272 milioni di dollari in BTC.

Non solo, Musk che inizialmente avrebbe mostrato più interesse verso la crypto-meme per eccellenza Dogecoin (DOGE), sembra abbia poi pubblicato la sua posizioni nei confronti della regina crypto, grazie anche all’incontro con il CEO di Twitter e Square Jack Dorsey e Cathie Wood di ARK Invest.

La rivelazione di Musk come sostenitore generale di Bitcoin è avvenuta durante un video live di confronto, lo scorso luglio 2021.

Elon Musk e il suo pensiero sulla regolamentazione crypto

L’uomo più ricco del mondo Elon Muskche, secondo i dati di Bloomberg Billionaires Index ha da poco superato Jeff Bezos di Amazon con un patrimonio personale stimato di 249 miliardi di dollari, ha anche espresso il suo pensiero sulla regolamentazione crypto.

Bitcoin | Oggi il via libera al primo ETF.

È atteso per oggi, martedì 19 ottobre il debutto del primo Etf (Exchange traded fund, fondo d’investimento a gestione passiva) sui futures dei bitcoin al Nyse (New York Stock Exchange), la principale borsa al mondo.

L’approvazione della SEC

A dare la notizia è stata ProShares, la società che è riuscita a ottenere il via libera dopo diversi tentativi e dopo altrettanti tentennamenti da parte della Sec (Security and Exchange Commission), l’autorità che regola i mercati finanziari americani.

Dopo l’irremovibile scetticismo di Jay Clayton, direttore fino a dicembre 2020, ad agosto il nuovo chairman Gary Gensler aveva invece aperto alla possibilità di veicoli di investimento di questo tipo.

In base ai regolamenti, la Sec non deve dare esplicita approvazione agli Etf, che possono essere lanciati alla fine di un periodo di 75 giorni dalla richiesta, nel caso in cui l’autorità di controllo non abbia mosso obiezioni.

Contratti futures sul prezzo del Bitcoin

È importante specificare che l’ETF non andrà ad acquistare direttamente vere e proprie monete virtuali, ma contratti futures sul prezzo del Bitcoin.

Si tratta di un accordo per acquistare o vendere un bene finanziario in una data successiva a un prezzo predeterminato.

Un dettaglio che da una parte ha suscitato non poche critiche da chi non è nuovo al mondo delle criptovalute perché potrebbe comportare una forte disparità tra il classico valore del Bitcoin e quelli tracciati dal nuovo fondo.

Dall’altra parte è un elemento che non esclude la volatilità della valuta virtuale, quindi nell’acquistare un Etf su bitcoin è necessario essere pronti all’incertezza e a cadute significative. Tanto che la stessa Sec ha rivolto un avvertimento agli investitori: «Prima di investire in un fondo che detiene contratti futures di bitcoin – scrive – assicuratevi di pesare attentamente i potenziali rischi e benefici»

Altri ETF su Bitcoin in arrivo

L’ETF che sbarcherà per primo in Borsa è il «ProShares Bitcoin Strategy», studiato da ProShares, gruppo attivo dal 2006 che offre circa 130 di questi strumenti, coprendo i vari settori di mercato.

Ma, oltre a questo nuovo fondo, sono molti gli Etf che stanno aspettando una risposta da parte dell’autorità e che potrebbero presto entrare nel mondo della finanza tradizionale. Ad agosto, ad esempio, Invesco, Valkyrie Invesments e VanEck hanno chiesto l’approvazione per lo stesso tipo di prodotto, con un periodo di revisione di 75 giorni.

SEC | ETF su Bitcoin?

Passo avanti della Securities and Exchange Commission (Sec) degli Stati Uniti — la Consob americana — verso le criptovalute.

Il 5 ottobre la SEC ha approvato un Volt ETF (Exchange Traded Fund) che investe in società tecnologiche con esposizione a bitcoin e infrastrutture di supporto. Il portafoglio include le società Tesla e Twitter.

Come sottolinea Business Insider, questo segna un rilevante passo avanti per il mercato delle criptovalute. Finora la Sec non ha approvato gli Etf con esposizione diretta al bitcoin.

LA SEC HA APPROVATO L’ETF DI VOLT EQUITY

La US Securities and Exchange Commission ha approvato l’ETF di Volt Equity, che mira a monitorare le società che detengono la maggior parte delle loro attività nette in bitcoin o traggono la maggior parte dei loro profitti o entrate da attività correlate a bitcoin come l’estrazione, il prestito o la produzione di attrezzature.

Il prospetto definisce tali società come Bitcoin Industry Revolution Companies.

NON INVESTIRÀ DIRETTAMENTE IN BITCOIN, MA QUASI

Di conseguenza, Volt ETF non investirà direttamente in bitcoin. Invece, cerca di mettere almeno l’80% del suo patrimonio netto in “società della rivoluzione bitcoin”, opzioni ed ETF con esposizione a tali società. Il resto andrà in ampi mercati azionari per compensare il rischio del portafoglio.

LE AZIONI DI TESLA, SQUARE E PAYPAL NEL FONDO

Pak ha aggiunto che il fondo sarà composto da azioni di circa 30 società, tra cui Tesla, Square, Coinbase e PayPal. Ha anche detto che Volt ha deciso di includere Twitter, che recentemente ha incluso Bitcoin nelle sue operazioni.

RIMANDATA L’APPROVAZIONE DEGLI ETF SU BITCOIN

Questa strategia di investimento indiretto è necessaria perché la Sec sotto la presidenza Gary Gensler ha rimandato l’approvazione degli Etf bitcoin tra timori di potenziali manipolazioni del mercato. Gli Stati Uniti finora non ne hanno ancora approvato uno.

Secondo Eric Balchunas, Senior Etf Analyst di Bloomberg, è molto probabile che i primi ETF sui futures di Bitcoin siano approvati già entro la fine di ottobre.

GIÀ DISPONIBILI IN CANADA

In Canada, invece, gli Etf bitcoin sono disponibili. Come il canadese Purpose Bitcoin Etf: ha ottenuto il via libera all’inizio di quest’anno e ha riscosso un enorme successo fra gli investitori istituzionali.

Bitcoin nella costituzione federale in Svizzera?

Che venga o meno approvata, il dibattito derivante da questa proposta accrescerà certamente la consapevolezza sulle crypto da parte del grande pubblico.

2B4CH, un think tank svizzero senza scopo di lucro che si occupa di studiare criptovalute e tecnologia blockchain, è in procinto di lanciare un’iniziativa che potrebbe rendere Bitcoin (BTC) uno degli asset di riserva del paese.

L’associazione ha annunciato di voler avviare un’iniziativa popolare federale raccogliendo 100.000 firme per l’introduzione di Bitcoin all’articolo 99 clausola 3 della costituzione federale svizzera.

L’iniziativa propone specificamente di aggiungere Bitcoin alla lista dei beni detenuti dalla banca centrale svizzera, che cambierebbe la clausola costituzionale in: “La Banca nazionale svizzera crea sufficienti riserve monetarie dalle sue entrate; una parte di queste riserve è detenuta in oro e Bitcoin”.

Se il voto avesse invece successo, la Banca Nazionale Svizzera (SNB) dovrà necessariamente aggiungere Bitcoin nelle sue riserve, detenendolo nella “modalità corretta e più sicura.” Ciò renderebbe la Svizzera una delle nazioni leader al mondo nel settore crypto, e la sua economia ne beneficerebbe su diversi livelli.

La Svizzera è emersa come uno dei paesi più crypto-friendly al mondo: ricordiamo che il cantone di Zugo ha lanciato il progetto pilotaper accettare pagamenti in Bitcoin per i servizi pubblici già nel 2016. Il mese scorso, l’Autorità svizzera di vigilanza dei mercati finanziari (FINMA) ha approvato il primo fondo crypto del paese, dopo aver autorizzato il SIX Swiss Exchange a lanciare un marketplace di asset digitali.

Fonte

Yaroslav Gamolko si ispira ai Red Hot Chili Peppers

L’artista entra per la prima volta nel mercato degli NFT, realizzando un opera dedicata ai Red Hot Chili Peppers.

É un dipinto acrilico che interpreta il tema dell’aura del famoso gruppo rock. Esso grazie al sapiente utilizzo di mascherine e aerografo cerca di catturare la fama e l’aura musicale, secondo un citazionismo iconico tipico della pop art.

L’opera é disponibile su:

Opensea

Chainblock ART

Yaroslav Gamolko, in arte Bonaparte, nato a Krupki (Bielorussia) il 05.05.1995, laureato il 26 maggio 2020 in Progettazione Artistica per l’Impresa, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e vive tra l’Italia e la Bielorussia.

Artista versatile, egli si ispira alla Pop Art e alle avanguardie degli anni 20, è solito ad utilizzare svariati supporti, passando dal cartone al plexiglass, dal sughero alla tela, dai metallo al marmo.

Adotta diverse tecniche pittoriche come lo spray paint, l’acrilico, l’olio, resine e l’illuminazione RGB, che gli permettono di realizzare opere di vario genere ed effetto rendendo ogni sua opera unica.

Dal 2014 ad oggi collabora con molteplici artisti e brand sia italiani che russi, ispirandosi al mondo femminile di bellissime donne con lo sguardo di ghiaccio, che emanano sensualità e calore. Sua principale fonte di ispirazione ma soprattutto alla società dalla quale siamo circondati.

Ad oggi ha eseguito diverse collaborazioni tra cui Alfa Romeo (2018), Macpresse (2017), Shu Vari Da (2017), Italian Fitness (2020) , Arredamenti Lupo (2018 -2021), Barber Shop Il Maestro 4 (2020), La Rubia Tex Mex (2020), Belarus Fashion Week (2017).

Esegue diverse mostre collettive e personali tra Milano, Pavia, Casorate Primo, Motta Visconti, Roma, Vitebsk, Minsk e Venezia le città che hanno ospitato il giovane artista nel suo cammino ad oggi, con l’ultima alla Biennale di Venezia con la mostra sulla prigionia del Covid.