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Autore: Chainblock Team

Yaroslav Gamolko mette all’asta una sua opera a favore delle associazioni solidali

L’artista dissidente di origini bielorusse, Yaroslav Gamolko, mette all’asta la sua opera a favore delle associazioni solidali.

Anche l’arte si mobilita a favore dell’Ucraina. Yaroslav Gamolko, artista ventisettenne originario di Kupki in Bielorussia e da vent’anni in Italia ha messo il proprio talento a servizio delle vittime innocenti del conflitto.

Un collage per dire “no” alla guerra

Nel suo garage di Casorate Primo, in provincia di Pavia, dove vive con la madre di origini russe, ha creato l’opera Ukraine. Si tratta di una cartina dell’Ucraina composta da ritagli di giornale riguardanti l’invasione russa in Ucraina, completati da colature di vernice rossa. Il tutto posizionato su una tela di due metri per quattro.

Un maxi-collage con sprazzi di rosso che l’artista diplomato all’Accademia di Brera, ha deciso di mettere all’asta e destinare parte del ricavato, precisamente il 30%, ad alcune associazioni che, nel nostro Paese, sono impegnate nell’accoglienza dei profughi fuggiti dalle zone martoriate dal conflitto ucraino. La base d’asta è di 10mila euro.

Un fermo “No” alla guerra che Gamolko, in arte Andy Bonaparte, ha declinato in versione Pop Art, prediligendo la forza della tinta rossa su scampoli di articoli che trattano il dramma ucraino. Un tema molto caro a Gamolko che, in Russia, patria della madre, è considerato un artista dissidente per alcune posizioni prese in passato e non gradite dal Governo attuale. Yaroslav, infatti, è impossibilitato a tornare in Russia e anche in Bielorussia, dove vivono il padre e il fratello.

Inoltre l’artista Gamolko ad Ottobre 2021 ha realizzato il suo primo NFT disponibile su Opensea e Chainblock ART che ritrae il gruppo rock Red Hot Chili Peppers. Un dipinto acrilico che interpreta il tema dell’aura del famoso gruppo rock. Esso grazie al sapiente utilizzo di mascherine e aerografo cerca di catturare la fama e l’aura musicale, secondo un citazionismo iconico tipico della pop art.

Lugano | Tasse, multe e servizi si pagano in crypto.

La città svizzera di Lugano entra nella storia di Bitcoin, diventando una delle prime realtà ad accettare la criptovaluta come moneta a corso legale ‘de facto’, dato che sarà possibile pagare tasse e altri servizi pubblici in BTC.

Il piano è stato presentato giovedì all’evento Plan B.

É presentato il Plan B davanti ad oltre 1000 persone, un progetto crypto che rivoluzionerà l’utilizzo di Bitcoin nella città ticinese. Il piano è stato attuato in collaborazione con la stablecoin Tether e porterà Lugano a diventare l’hub Bitcoin più importante di tutta l’Europa.

Lo L’evento, preseduto dal sindaco di Lugano Michele Foletti e dal CTO di Tether Paolo Ardoino, ha svelato un progetto molto interessante e innovativo per il mondo crypto. Nel dettaglio, è stato stanziato un fondo di 3 milioni di franchi svizzeri con l’obiettivo di aiutare le aziende ad accettare criptovalute come metodo di pagamento. Ma non solo.

“Oggi parliamo di futuro, anzi siamo già nel futuro, attenti ad accogliere opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Non è un salto nel buio, si tratta di un’evoluzione ancorata alla nostra storia, alla nostra cultura e al contesto sociale del territorio. Bitcoin, crypto e blockchain sono termini che spaventano.

Lugano non è intimorita, queste tecnologie devono essere divulgate e rese accessibili a tutti. Lugano ha confermato il suo approccio, ha dialogato con il mondo crypto, ha approfondito il tema, oggi riconosce questa comunità molto ampia. Per noi è chiaro, la blockchain esiste, Bitcoin esiste ed è qui per restare. Lugano è pronta ad accogliere chi abbraccia questa causa offrendo opportunità per il futuro. Sono persuaso che ci saranno benefici per tutta la cittadinanza ed è per questo che ci stiamo impegnando a fondo”, ha dichiarato il sindaco di Lugano Michele Foletti.

La novità più importante scaturita dal Plan B è l’attuazione di Bitcoin, Tether e LVGA come valute a corso legale ‘de facto’ nella città di Lugano. Ciò significa che i residenti potranno pagare tasse, multe, parcheggi, e altri servizi pubblici e privati in criptovaluta.

Sono già 200 le attività private nel luganese che hanno affermato di accettare Bitcoin come metodo di pagamento. Lugano si muove sulle orme di El Salvador – primo Paese a riconoscere BTC come valuta a corso legale– ma con una grande differenza: Lugano è una piccola città ma molto sviluppata rispetto ad El Salvador, di conseguenza vedremo presto il vero potenziale della tecnologia blockchain e delle criptovalute.

Nel Plan B, dove la “B” sta per Bitcoin e Blockchain, è stato attivato un pool di finanziamenti per un totale di 100 milioni di franchi per sostenere le start up del territorio che lavorano nel settore della blockchain con l’obiettivo di svilupparla ulteriormente e diffonderla nel Paese.

Non è finita qui, infatti il piano contiene anche l’attivazione di una mining farm di Bitcoin che estrarrà BTC esclusivamente grazie all’utilizzo di energie rinnovabili, e infine metterà a disposizione 500 borse di studio per gli studenti delle università (USI, SUPSI, Franklin) con lo scopo di far conoscere il potenziale di Bitcoin agli studenti.

“L’industria delle criptovalute vale 2-3 triliardi di dollari, è cresciuta talmente tanto che non può essere ignorata. Bitcoin è in prima linea di questa innovazione, oggi stiamo iniziando a capire come potrebbe essere vantaggioso per le comunità locali. Con il Piano B passiamo dalla visione astratta all’impiego di questa nuova tecnologia. Molte persone non sono abituate a questi aspetti tecnologici e non capiscono a cosa facciamo riferimento. Con il piano B vogliamo dimostrare che lo strumento, la valuta che è stata creata, può essere messa a lavorare in un ambiente vivace come Lugano”, ha affermato il CTO di Tether Paolo Ardoino.

Fonte

Bitcoin sará il bene rifugio per i cittadini russi?

“O la terza guerra mondiale o le sanzioni”. Così ha apostrofato Joe Biden al termine di una conferenza stampa in merito al conflitto russo-ucraino.

Le sanzioni nei confronti della Russa decise dai paesi occidentali negli scorsi giorni stanno mostrando le prime conseguenze. Sono numerose le segnalazioni sui principali social network di lunghissime file di cittadini russi intenti a prelevare soldi al bancomat, nonostante le rassicurazioni della banca centrale russa in merito alla disponibilità di denaro agli sportelli.

Come conseguenza di ciò, moltissimi investitori russi hanno convertito la propria moneta con Bitcoin. Il rialzo è stato impressionante, in soli pochi giorni il prezzo di Bitcoin nei confronti del rublo è aumentato di più del 40%.

Nel mentre l’Ucraina sta richiedendo donazioni in cryptovalute.

L’Ucraina ha raccolto milioni di dollari a seguito del suo appello pubblico pre ricevere donazioni in criptovalute come Bitcoin ed Ethereum. L’indirizzo Bitcoin del governo ucraino ha ricevuto un totale di 223 BTC e l’indirizzo Ethereum finora ha ricevuto oltre 2100 ETH e altre cryptovalute, al momento della stesura di questo articolo.

Anche altri membri delle community crypto come Dogecoin, si sono offerti di aiutare l’Ucraina. Si unisce anche il fondatore di Polkadot DOT Gavin Wood dichiarando la sua posizione di contribuire personalmente con 5 milioni di dollari se l’Ucraina aprisse un indirizzo DOT.

Brucia una Lamborghini e poi ne vende gli NFT

Un artista ha fatto saltare in aria una Lamborghini per protestare contro l’avidità nel crypto spazio e ora sta vendendo video delle parti dell’auto distrutta come NFT. L’asta dovrebbe svolgersi entro la fine della settimana, e il prezzo di partenza degli Nft dovrebbe essere di 0,01 Ether, ovvero circa 26 dollari.

L’artista, che lavora con lo pseudonimo di Shl0ms, lo scorso 2 febbraio ha fatto saltare in aria una Lamborghini Huracan usata, il cui prezzo può variare dai 200.000 ai 300.000 dollari. Secondo The Block,  notiziario che si occupa di  criptovalute, Shl0ms ha detto che l’auto è stata portata in una località desertica sconosciuta degli Stati Uniti e fatta saltare in aria da un ingegnere federale esperto di esplosivi autorizzato dopo due settimane di test.

Secondo Shl0ms, un team di circa 100 persone ha aiutato nelle operazione di esplosione della Lamborghini e nella creazione della collezione NFT, incluso il personale che si è occupato della logistica, chi ha fatto le riprese, gli assistenti alla produzione e altro ancora.

Ora, Shl0ms metterà all’asta gli NFT che in pratica sono video di 888 pezzi dell’auto distrutta. Altri 111 di questi Nft saranno dati al team dell’artista e utilizzati per un progetto imminente.

Alcuni hanno detto che usare la distruzione della Lamborghini come critica all’avidità e poi vendere Nft è un controsenso. Ma Shl0ms ha spiegato a che la maggior parte dei proventi andrà a finanziare installazioni di arte pubblica, un’affermazione che non può essere verificata se non successivamente.

FONTE

Crypto | Cosa succede in Italia?

Seppur in maniera più timida rispetto USA esempio, anche il regolatore italiano muove i suoi primi passi. Un recente decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanza(MEF) ha dato seguito alla quinta direttiva antiriciclaggio istituendo il registro dei virtual asset service providers.

UN DECRETO NAZIONALE SULLE CRIPTOVALUTE SERVE A QUALCOSA?

I dubbi non mancano.

“Serve una soluzione globale, che definisca i costi della regolazione e i benefici per gli utenti”, sottolinea Chiara Oldani, professoressa di Politica economica all’Università degli studi della Tuscia, che poi rimarca come la norma italiana sia ben più restrittiva di quella in vigore in Europa e rischi “di essere sostanzialmente inefficace, proprio per via dell’arbitraggio regolamentare”.

Le autorità di controllo del mercato finanziario, in testa la Consob, da tempo sollevano il problema della tutela del mercato, della stabilità;

Le crypto sono scambiate fuori dai mercati, con transazioni tra privati registrate sulla blockchain e nessuno tutela i risparmiatori. Serve però una soluzione globale, che definisca i costi della regolazione e i benefici per gli utenti, ha scritto l’economista.

In occasione del G20 italiano del 2021 questo tema non era neanche nell’agenda tecnica, il Finance Track, a conferma che la paura di perdere business supera ampiamente la necessità di tutelare i risparmiatori da parte di grandi paesi, come gli Stati Uniti e l’Unione Europea così come i piccoli.

IL RISCHIO DI SVANTAGGIARE L’OPERATORE ITALIANO

Per Marcello Bussi, cripto-esperto di MF, il decreto sulle criptovalute rischia di svantaggiare gli operatori italiani.

Infatti la novella prevede che chi opera nel mondo delle criptovalute venga assimilato ai cambiavalute e ai money transfer e debba pertanto comunicare ogni tre mesi tutte le operazioni effettuate da ogni singolo cliente, di cui verranno forniti i dati identificativi.

Più del 90% delle attività di cittadini italiani nel settore cripto si svolge su piattaforme estere, si registreranno all’Oam o rischieranno di vedersi oscurare i loro siti in Italia?”, si chiede Bussi.

Visti i precedenti si può supporre che la più grande borsa di criptovalute del mondo, Binance, se ne infischi.

Potrebbero agire diversamente altre borse note per essere ben disposte a collaborare con le autorità dei diversi Paesi, per esempio Coinbase, la prima a essersi quotata al Nasdaq. Queste potrebbero dare vita a un contenzioso legale, visto che sono registrate in un Paese dell’Ue e potrebbero contestare il fatto di doverlo fare anche in Italia, che, con l’entrata in vigore del decreto applica norme più restrittive rispetto alla direttiva Ue.

Il vero timore sembra essere per quei pochi operatori italiani che vanno incontro a un aumento di costi per poter adempiere ai loro obblighi nei confronti dell’Oam.

Senza dimenticare che quello che era partito come una sorta di censimento degli operatori è diventato un censimento anche dei loro clienti. Il registro Oam sarà accessibile alla Guardia di Finanza e alle altre forze di polizia nel caso di controlli e accertamenti.

La necessità di un chiarimento fiscale

Quello che adesso servirebbe in Italia è un chiarimento fiscale, anche perché la competenza su questo aspetto non è europea ma nazionale. A oggi il quadro è definito da prassi che discendono da una sentenza della Corte di Giustizia Europea che equipara, ai fini IVA, le criptovalute alle valute straniere. A questa sentenza si sono aggiunte nel tempo occasionali pareri dell’Agenzia delle Entrate e sentenze di Tribunali italiani.

Servirebbe un quadro organico e ci sono iniziative parlamentari in tal senso. Nell’ultima finanziaria la senatrice Elena Botto ha tentato senza successo di far passare un emendamento, ma ha ottenuto l’impegno del Governo a valutare l’opportunità di dare attuazione alla parte dispositiva dei principi contenuti nel suo emendamento.

Questi principi sono in sintonia con la proposta di legge presentata mesi orsono da Daniele Zanichelli e il loro recepimento sarebbe di straordinaria utilità per fare chiarezza e facilitare gli adempimenti fiscali.

Per punti si tratta di:

• confermare l’imponibilità delle plusvalenze ai fini IRPEF: si pagano le tasse sul capital gain, come redditi diversi con una aliquota al 26%

• subordinare l’imponibilità al possesso di crypto-assets per un controvalore superiore a €51.645,69 per almeno 7 giorni lavorativi continui (stesso regime utilizzato per le valute straniere)

• sancire che non ha alcuna rilevanza il concetto di “prelievo” di valute virtuali, non essendo assimilabile al prelievo da un conto corrente

• affermare la rilevanza fiscale delle sole operazioni che comportano pagamento o conversione in valute tradizionali e sovrane, escludendo tutte le operazioni da cripto a cripto

• determinare la plusvalenza imponibile nel caso di mancanza di documentazione del costo di acquisto con criteri analoghi a quelli già adottati nel TUIR per i metalli preziosi (se si trova in un cassetto una moneta d’oro della nonna, la plusvalenza è il 25% del suo valore di mercato)

• chiarire l’assenza dell’obbligo di monitoraggio (modello RW) se il controvalore massimo complessivo delle criptovalute detenute nel periodo d’imposta non è superiore a €15.000 (come per i conti all’estero)

• ribadire la non imponibilità delle valute virtuali ai fini IVAFE

Negli anni, il mercato delle crypto ha fatto giganteschi salti in avanti. Sono nate nuove forme e nuove realtà, a partire dalle Decentralized Autonomous Organizations (DAO), sono emersi gli NFT (25 miliardi di dollari i valori venduti nel 2021), si sono moltiplicate le problematiche relative a criptovalute non tracciabili per definizione (Monero). Il ruolo del bitcoin e delle stablecoin è diventato trainante per prodotti finanziari di massa come gli ETF.

Tutti aspetti che sfuggono dai radar del legislatore italiano, mettendo in campo una normativa già sorpassata.

Fonte

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Un ultimo sondaggio dimostra che parte del denaro speso per i regali quest’anno potrebbe finire in Bitcoin e altcoin. Se le proiezioni di spesa sono accurate, ciò potrebbe significare che oltre 1.2 miliardi di dollari si fanno strada nel mercato delle criptovalute.

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Buon Crypto Love ❤️

Bitcoin e Crypto testamento

Cosa accade se un cittadino che possiede criptovalute muore e se decede senza dichiarare il possesso della valuta digitale?

Sono alcuni degli interrogativi che si sono posti l’avvocato di Montichiari Rocco Greco e quello di Trapani Gianluca Bertolini, che in questi giorni hanno registrato il marchio «Crypto Testamento» e il suo omonimo inglese «Crypto Will» al Ministero dello Sviluppo economico.

Una decisione che ha come obiettivo quello di risolvere le problematiche legali che possono sorgere in un mercato in continua espansione anche in Italia.

Con l’aumento dei possessori di criptovalute, il loro peso, soprattutto economico, coinvolgerà numerosi settori del diritto, in particolare quello commerciale e successorio. Molti detentori di criptovalute passeranno prima o poi a miglior vita, con tutte le problematiche che ne conseguono sotto un profilo giuridico – successorio.

Le problematiche che il Crypto testamento risolve

Tra gli obiettivi del Crypto Esecutore Testamentario e del Crypto Testamento c’è quello di risolvere alcune problematiche ben precise: quando il possessore di criptovaluta muore senza aver informato gli eredi della presenza di criptomonete nell’asset ereditario, molto probabilmente il patrimonio di criptovalute, non risultando nel patrimonio ereditario del defunto, andrà perduto. Oppure se il possessore di criptovaluta muore, indicando nel proprio lascito testamentario che le proprie criptovalute andranno ad uno o più eredi, potrebbero sorgere ulteriori problematiche: gli eredi dovranno affrontare alcuni temi delicati e inesplorati dalla giurisprudenza italiana dal punto di vista fiscale, legale e pratico.

FONTE

Ryan Wyatt sarà CEO di Polygon Studios

Ryan Wyatt, che fino a poche ore fa era a capo della divisione Gaming di YouTube diventerà, capo di Polygon Studios.

Ad arrivare alla corte di MATIC è Ryan Wyatt, che i più esperti del settore conosceranno già in veste di capo della divisione gaming di YouTube. Una personalità con l’expertisegiusto per guidare i Polygon Studios.

L’annuncio è arrivato tramite l’account ufficiale di Ryan Wyatt, che ha colto l’occasione per salutare i vecchi compagni di lavoro e per dichiararsi già entusiasta del nuovo incarico.

È una notizia dolce e amara da condividere: sto lasciando YouTube. Ho amato ogni singolo minuto del tempo che ho passato qui, ma è tempo per il prossimo sforzo. Sono euforico di annunciare che passerò a Polygon, come CEO di Polygon Studios.

Un breve recap su Polygon Studios

Polygon Studios, almeno nelle sue intenzioni originarie, è nato come hub per facilitare l’adozione di soluzioni digitali su blockchain, in particolare nel mondo del gaming. Come partner può già vantare Decentraland, ma anche The SandboxAtari e Animoca Brands, un parterre che in pochi progetti possono vantare, segno anche questo delle grandi aspettative che stanno maturando intorno a questa specifica divisione del mondo di Polygon.

Il tutto a vantaggio anche degli investitori in $MATIC – che puoi trovarlo listato su Chainblock Flash per acquistare con Carta o Bonifico Bancario.

The President é SOLDOUT

É stato venduto nella giornata di ieri, il primo NFT di Tony Nicotra.

Descrizione dell’opera: “The President”.

L’opera è stata lavorata con materiali forniti dalla terra. La creazione di un’opera e la sua deframmentazione o distruzione, appartengono allo stesso principio di trasformazione infinita. L’artista modella e trasforma l’argilla in un manufatto che verrà poi consegnato al mare.

La consegna allo scultore eterno, viene fatta nel mare Siciliano nel comune di Riposto (CT) ed esattamente alla coordinate geografiche che saranno fornite in esclusiva al possessore del NFT finale.

Il nuovo proprietario ha messo in vendita l’opera per un valore di 100 ETH.