Skip to main content
Acquista Crypto Online

Autore: Chainblock Team

Hash rate di Bitcoin é in crescita, mentre i miner tornano gradualmente

Le restrizioni in Cina hanno costretto i miner di Bitcoin locali a trasferirsi in nazioni crypto-friendly come Canada, Kazakistan e Stati Uniti.

Le rigide normative crypto in Cina hanno obbligato molte aziende cinesi operanti nell’ecosistema del mining di Bitcoin a chiudere i battenti. L’improvvisa scomparsa dei miner dalla rete è risultata in un crollo dell’hashrate.

In soli 21 giorni, la potenza computazionale complessiva del network di Bitcoin è precipitata da un massimo storico di 180,666 milioni di hash al secondo (Mhash/s) a 84,79 Mhash/s.

Mentre il calo dell’hash rate è stato attribuito direttamente all’inattività dei miner cinesi, i dati di Blockchain Explorer suggeriscono un costante aumento della difficoltà di mining dal 3 giugno fino ad oggi.

Il giro di vite normativo in Cina contro le criptovalute è risultato inavvertitamente nella disfatta della sua comunità di mining. Con il pretesto di proteggere i cittadini da investimenti ad alto rischio, le autorità cinesi hanno costretto le imprese crypto a limitare fortemente le proprie offerte o spostarsi all’estero.

Inoltre, le giurisdizioni come Russia, Kazakistan e Canada stanno assistendo a un maggiore coinvolgimento nel settore crypto offrendo una casa ai miner costretti a lasciare la Cina.

Come concordano molti esperti, il monopolio infranto della Cina sul settore del mining rappresenta una mossa positiva verso la decentralizzazione dell’ecosistema crypto.

Fonte: Cointelegraph

Bitcoin si infiamma, merito anche di Amazon.

Il prezzo di bitcoin è cresciuto del 12% ed è stato persino scambiato vicino a 40.000 USD. Ethereum ha superato i 2.300 USD, XRP ha superato la resistenza di 0,65 USD.

Il gigante dell’e-commerce Amazon sta cercando di accettare pagamenti in BTC “entro la fine dell’anno” mentre altri importanti cryptoasset saranno accettati in seguito, ha riportato CityA.M. segnalato, citando un insider non divulgato.

Sembra essere una fake news il fatto che Amazon accetterá bitcoin entro il 2022.

Amazon sta solo cercando di assumere un nuovo dirigente per supervisionare la sua strategia di valuta digitale.

Dall’annuncio, emerge che Amazon è alla ricerca di “un leader di prodotto dotato di esperienza che sviluppi la strategia di Blockchain e di valute digitali di Amazon e una roadmap per i prodotti”.

Questa notizia ha contribuito alla fiammata del Bitcoin che, nella giornata di domenica, ha testato il massimo dallo scorso 16 giugno.

Commissione UE: più tracciabilità per le crypto

Mentre l’Europa lavora per arrivare allo sviluppo di un Euro digitale entro il prossimo quinquennio, in parallelo si lavora per rendere maggiormente tracciabili le transazioni con criptovalute.

Lo scopo è chiaramente quello di “contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo“, rendendo tracciabili le transazioni affinché i flussi possano essere controllati e verificati ex-post.

L’Europa, il riciclaggio, le criptovalute

Il regolamento proposto dalla Commissione Europea è ampio ed è orientato ad una revisione generale delle attività contro il riciclaggio, ma un punto specifico mette al centro il tentativo di una riforma nella gestione dei crypto-asset, mettendo mano alla precedente normativa del 2015 per una profonda ristrutturazione contenuta in questo pdf. Per molti versi si tratta di un riadattamento che guarda nello specifico alle criptovalute proprio in virtù dell’assenza di specifiche particolari: nel 2015 non era pensabile che Monero, Bitcoin o altre monete alternative avrebbero potuto conseguire valore e volumi di questo tipo.

Ecco perché questa revisione:

La riforma proposta estenderà l’ambito di applicazione di queste norme all’intero settore delle cripto-attività, obbligando tutti i prestatori di servizi all’adeguata verifica della clientela. Le nuove modifiche garantiranno la piena tracciabilità dei trasferimenti di cripto-attività, come i Bitcoin, e consentiranno di prevenire ed individuare il loro possibile impiego a fini di riciclaggio/finanziamento del terrorismo. Saranno inoltre vietati i portafogli anonimi di cripto-attività, applicando così in pieno le norme dell’UE in materia di AML/CFT al settore delle cripto-attività

Le nuove regole non pongono veri e propri limiti, insomma, ma pretendono trasparenza come principio cardine della lotta al riciclaggio, qualunque sia il mezzo adottato:

Ogni nuovo scandalo di riciclaggio di denaro è uno scandalo di troppo e ci ricorda che il nostro lavoro per colmare le lacune del nostro sistema finanziario non è ancora finito. Negli ultimi anni abbiamo compiuto enormi progressi e le nostre norme antiriciclaggio sono ora tra le più severe al mondo. Adesso però devono essere applicate coerentemente, con una rigorosa vigilanza, per essere sicuri che funzionino davvero. Ecco perché oggi compiamo questi passi coraggiosi: per chiudere la porta al riciclaggio ed impedire ai criminali di riempirsi le tasche di profitti illeciti

Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo per Un’economia al servizio delle persone

Il regolamento, come anticipato nella giornata di ieri, guarda con forza alle ambizioni di un sistema di vigilanza denominato AMLA, deputato ad operare contro la criminalità finanziaria applicando i nuovi regolamenti attualmente in discussione.

Tra le novità previste v’è un massimale nei pagamenti in contanti che viene fissato a quota 10 mila euro per le transazioni oltre confine.

Interessante è la precisazione apposta dalla Commissione nello spiegare questa cifra: “Questo massimale a livello dell’UE è sufficientemente elevato da non delegittimare l’euro come moneta a corso legale e riconosce il ruolo essenziale del contante“.

Si avverte dunque tanto il bisogno di non delegittimare l’Euro come sistema di pagamento, né di svilire il contante oltremodo. Un gioco di equilibri, insomma, proprio nel momento in cui si agisce con nuove normative sulla tracciabilità di fondi basati su valute crypto.

Fonte: Punto Informatico

Alcuni esperti crypto prevedono che Bitcoin rimpiazzerà il denaro FIAT entro 20 anni

In un nuovo sondaggio, diversi professionisti crypto e fintech prevedono l’arrivo della cosiddetta “iperbitcoinizzazione” entro il 2040.

L’attuale correzione del prezzo di Bitcoin (BTC) non è riuscita a intaccare l’ottimismo di alcuni esperti in merito alla più grande criptovaluta del mondo.

In un nuovo sondaggio condotto dalla piattaforma di confronto per le finanze personali Finder.com, metà dei partecipanti crede che Bitcoin supererà il denaro fiat, ovvero le valute emesse da banche centrali, entro il 2040.

Anche se il campione è piuttosto ristretto (composto da un gruppo di 42 esperti crypto), mostra che il crollo del prezzo di Bitcoin dal massimo storico di aprile non ha influenzato la prospettiva a lungo termine dei professionisti nel settore delle criptovalute.

Il sondaggio rivela che il 50% dei partecipanti prevede di assistere al momento in cui Bitcoin sorpassa la finanza globale, conosciuto come iperbitcoinizzazione, nei prossimi 20 anni. Un terzo dei partecipanti crede che l’evento avverrà prima del 2035, mentre il 44% prevede che Bitcoin non diventerà mai la forma dominante della finanza globale.

Secondo la maggior parte degli intervistati, la mossa di El Salvador per riconoscere Bitcoin come moneta a corso legale è solo l’inizio dell’adozione di BTC come valuta principale da parte delle nazioni in via di sviluppo. Il 33% degli esperti crypto si aspetta che la criptovaluta diverrà la forma di denaro più comune nei paesi in via di sviluppo nei prossimi 10 anni. Un altro 21% crede che tale adozione si verificherà, ma richiederà 10 anni o più.

Una previsione su cui i partecipanti concordano sono le preoccupazioni ambientali legate al mining di Bitcoin. Ben il 93% si aspetta che il dibattito sull’energia pulita continuerà a danneggiare Bitcoin, e il 31% crede che i consumi energetici influenzeranno notevolmente il prezzo.

Tuttavia, oltre la metà degli esperti non crede che la transizione a un modello Proof-of-Stake più sostenibile sia la risposta. Nonostante le potenziali ripercussioni per il prezzo, il 66% dei partecipanti ha definito il modello Proof-of-Work un “male necessario.”

Fonte: Cointelegraph

Il Co-fondatore di Ethereum sceglie di dare un taglio con le sue radici

Noto ai più come il co-fondatore di Ethereum e tra i primi investitori in Bitcoin, Anthony Di Iorio ha scelto di tagliare con le sue radici, dicendo addio al mondo delle criptovalute per dedicarsi a tempo pieno alla filantropia, attraverso una nuova fondazione che prenderà vita il prossimo anno.

Anthony Di Iorio, addio crypto per la filantropia

Lo ha riferito alla redazione del sito CoinDesk, con un’intervista in cui motiva le ragioni della decisione presa: tra queste, anche le preoccupazioni relative alla sua sicurezza personale, che ha pesato per un buon 20%.

Sono un crypto guy e non voglio essere noto come una crypto person. Voglio essere riconosciuto come un problem solver.

Canadese, 46 anni, nel 2014 ha dato vita a Decentral, realtà che si è posta l’obiettivo di diventare un innovation hub per tutto quanto concerne le tecnologie decentralizzate. Con tutta probabilità, la fondazione che si appresta a guidare farà leva proprio su sistemi come quelli legati alle blockchain per fronteggiare alcune delle più importanti sfide attuali.

Di Iorio ha sostenuto dal punto di vista finanziario il progetto Ethereum fin dal principio, presenziando all’annuncio in occasione della Bitcoin Conference di Miami a inizio 2014.

Al suo fianco nell’iniziativa Gavin Wood e Charles Hoskinson, con Vitalik Buterin impegnato sulla fase di sviluppo vera e propria. Queste le sue parole.

Ethereum ha preso vita da Vitalik Buterin, me, Charles Hoskinson, Mihai Alisie e Amir Chetrit, i primi cinque coinvolti, nel dicembre 2013. Joseph Lubin, Gavin Wood e Jeffrey Wilcke si sono aggiunti all’inizio del 2014 come fondatori.

Brasile: il CVM autorizza il QETH11

CVM autorizza a lanciare il primo Ethereum ETF del Paese. QETH11 sarà il primo ETF brasiliano a investire il 100% del suo capitale nella seconda criptovaluta più grande al mondo.

Due dei principali manager di criptomoedas del Brasile vivono una corsa serrata per la posizione di protagonista nel settore. Martedì 13, lo stesso giorno in cui Hashdex ha annunciato il fondo bitcoin BITH11 , QR Asset Management ha annunciato l’approvazione, da parte di CVM, del primo ETF ether del paese, il QETH11.

L’ ETF replicherà il prezzo della criptovaluta Ethereum secondo il “CME CF Ether Reference Rate”, utilizzato da CME, il più grande exchange di derivati al mondo.

Non c’è ancora alcuna previsione per la quotazione del nuovo ETF sulla B3 , la borsa brasiliana, ma la decisione di CVM ne garantisce già il lancio nel prossimo futuro. Con QETH11, gli investitori brasiliani potranno cercare esposizione alle due più grandi criptovalute del mondo con l’acquisto di ETF.

Oltre agli ETF bitcoin e ora ether, il paese ha anche un ETF che investe in un paniere di criptovalute, HASH11, e una serie di fondi di investimento incentrati sugli asset digitali.

Il nuovo Ether ETF che sarà quotato alla borsa brasiliana è anche uno dei primi del suo genere al mondo. Attualmente, solo il Canada ha prodotti simili a disposizione degli investitori.

Perché i giornali attaccano l’industria del Bitcoin?

Un recente articolo sull’impatto ambientale delle mining farm è una delle tante pubblicazioni fuorvianti su bitcoin.

Sembra infatti che i media non possano fare a meno di esagerare e iperbolizzare i commenti sul bitcoin.

Un esempio recente di ciò è stato il pezzo pubblicato in merito alle operazioni della Greenidge Generation.

‘Il lago è così caldo che ti sembra di essere in una vasca idromassaggio’, ha detto Abi Buddington di Dresda”. La cui casa è vicino ad una mining farm.

Ciò che è particolarmente interessante è che non si fa menzione di Bitcoin nella famigerata citazione, quasi come se il lago fosse semplicemente descritto come “caldo”.

Quindi, perché una società di media dovrebbe pubblicare un commento inteso interamente come un’iperbole nel tentativo di inquadrare un impianto di mining di bitcoin in una luce negativa? Semplice, non amano Bitcoin perché non lo capiscono, per quando possa sembrar banale la risposta.

Qualsiasi quantità di carbonio o impatto ambientale generato diventa “troppo” se non credono che sia un degno utilizzo di energia.

Fonte e articolo completo su: Bitcoin Magazine

IMPERIA | Vallecrosia ha il suo ATM Crypto

Bob é atterrato a Vallecrosia provincia di Imperia, nel centro servizi carburante Tamoil – La Locomotiva.

Da oggi sará possibile comprare Bitcoin e altre criptomonete in contanti e pagare il servizio carburante tramite Chainblock Pay.

Chainblock Pay é nuovo servizio lanciato dall’azienda che permette ai commercianti di accettare Bitcoin come metodo di pagamento.

Vallecrosia si aggiunge così alla lista dei tredici ATM installati da Chainblock.

Il team di Chainblock commenta:

“Felici di ampliare la nostra rete e offrire sempre piú servizi per commercianti e clienti che vogliono usare le cryptovalute della quotidianità.

Nonostante l’anno pandemico che ci ha costretto a chiudere location importanti, siamo ripartiti con uno sguardo puntato verso il futuro.

Chainblock e Cala del Forte.

Siamo orgogliosi di portare innovazione e tecnologia anche al nuovo porto di Ventimiglia – Cala del forte.

Il nostro Chainblock – ATM si trova attualmente all’interno della reception del nuovo porto e presto verrá aperto un negozio dedicato alla cryptovalute, con consulenti esperti che esporranno i nostri servizi.

Sará possibile comprare Bitcoin e altre cryptovalute in contanti, carta di credito e bonifico sepa.

Nei prossimi giorni sará ufficializzata l’apertura del locale all’interno del porto.

Stay Tuned!

Intervista per Wired: Italia senza regole che danneggia l’industria di bitcoin [ATM]

L’assenza di norme mette in difficoltà gli operatori onesti. Aprendo il fianco ad abusi. Ma le spie di un’operazione sospetta, per esempio a un bancomat per criptovalute, sono note.

..

Non a caso anche in Italia, dove sta crescendo il numero di questi apparecchi, le autorità hanno acceso un faro. Nella sua ultima relazione, l’Unità di informazione finanziaria (Uif), l’ente che si occupa di antiriciclaggio per conto della Banca d’Italia, riferisce che nel 2020 “ulteriori analisi si sono incentrate sul fenomeno dell’acquisto/vendita di criptovalute mediante dispositivi atm, installati presso i locali commerciali di società italiane che operano per conto di un Vasp (fornitore di servizi di asset virtuali, ndr) estero”. Le stesse situazioni che ha potuto verificare Wired, grazie alle segnalazioni ricevute attraverso WiredLeaks, la nostra piattaforma per proteggere l’anonimato delle fonti. E che, precisiamo, non riguardano il settore in generale o le criptovalute, ma solo chi ne fa un uso distorto.

“In questa situazione, oltre a danneggiare le aziende che operano secondo le regole, si danneggia soprattutto il mercato dei bitcoin”, lamenta a Wired Federico Pecoraro, imprenditore italiano e fondatore di Chainblock, prima azienda a portare in Italia gli atm per criptovalute nel 2013.

Noi effettuiamo ogni tipo di controllo e applichiamo le procedure di kyc e di kyt (know your customer e know you transaction, ndr), che sono indispensabili per operare correttamente e segnalare eventuali operazioni sospette – spiega -.

Oggi l’Italia però sembra essere una terra di nessuno, dove non ci sono controlli effettivi per assicurarsi che tutti gli operatori rispettino le stesse regole, indispensabili soprattutto per la quantità di truffe e di illeciti che si consumano sia con sia senza i bitcoin”.

Articolo completo su: WIRED